giovedì 22 ottobre 2015

Friedrich Jankauskas


Friedrich Jankauskas

Nome: Friedrich Jankauskas (fittizio)
Soprannomi: ---
Sesso: Maschio
Specie: Vampiro maggiore (nosferatu)
Altezza: 1.78 m
Peso: 70 kg
Capelli: Grigi, con una striscia bianca nel mezzo. Nero scolorito da giovane.
Occhi: Rossi. Verdi da vivo.

Storia:

Wiligelm Jankauskas nasce in Lituania nel 1799, da ambedue genitori di alto lignaggio e incredibilmente all'antica. Cresce in una grande villa in mezzo ai boschi, con una levatrice e un istruttore privato, e contemporanemante ad un chihuahua di nome Perro appartenente alla madre. Maggiore di altri due fratelli e minore di uno, viene istruito e seguito con cura e addestrato all'arte dell'equitazione, della scherma, dell'arte e della composizione (abilità troppo astratte e poco pragmatiche, che lascerà presto perdere con disprezzo e senza grande talento), apprende la storia – principalmente la storia del suo casato – la geografia – principalmente i territori in cui la loro famiglia si era spostata attraverso i secoli e l'albero genealogico in modo puntiglioso e maniacale,
Vede le aspettative dei genitori, che funzionano comunque da “carburante” solo per i primi anni della sua infanzia e adolescenza; in seguito ciò che lo spinge a migliorare è un infinito orgoglio e amor proprio, tanto da arrivare alla superbia, e il sogno segreto di uccidere il fratello per impadronirsi di quei possedimenti che, lo sa, dovrebbero appartenere a lui.
Non è un fanciullo particolarmente bello, ma è versato in molte materie “virtuose” e sa alla perfezione ogni codice di cavalleria, ed è quindi destinato a trovare presto una compagna di casta altrettanto alta.
Si tratta di Lady Irene, fanciulla di un podere ormai di proprietà di un lord ungherese poco distante, che aveva avuto sin da quando era arrivato dei contrasti piuttosto tesi verso la sua famiglia.
Egli non l'ama, tanto più che è devastato dalla morte del cane Perro (che era già morto almeno altre due volte e rimpiazzato con altri cani sempre di nome Perro per non dare un dispiacere al figlio dai genitori), ma si sforza di legare con la bellissima fanciulla nel momento in cui vede che il fratello maggiore, già impalmato, se n'è invaghito.
Wiligelm avrà anche un figlio da lei, fissato con la discendenza com'è, che chiamerà Laertes Horatio Jankauskas e che sarà la sua gioia.
La moglie Irene comincia a comportarsi in modo strano due anni dopo il loro matrimonio. Per giorni aveva lamentato che, durante le passeggiate nei giardini con Laertes, aveva scorto una figura scura aggirarsi tra gli alberi e seguirla dal folto. Dopo un pò, Wiligelm stesso comincia ad accompagnarla trascurando di tanto in tanto i suoi obblighi per proteggere consorte e figlio, ma dopo la prima volta in cui la vede anche lui, l'ombra scura scompare.
Dopo una settimana la moglie si ammala gravemente di un male sconosciuto, che la spinge sempre di più sul fondo del baratro: la donna è pallida e poco reattiva, e sembra aver perso grandi quantità di sangue in modo inspiegabile. Dopo qualche settimana sembra essere spirata e vengono chiamati i becchini, ma la moglie a sorpresa si risveglia, sebbene debole. Da lì farà un miglioramento velocissimo e tornerà ad essere completamente in forze, persino più bella di prima; tanto che lui stesso, suo malgrado, se ne innamora perdutamente e il fratello ne sembra completamente stregato...
Una notte sente le urla di Laertes, che dorme nella stanza accanto, ed accorre armato di pistola. Ciò che vede lo fa inorridire: il figlio ormai moribondo e la consorte chinata su di lui, coperta del suo sangue. Per quanto ne fosse incantato, la vita di suo figlio in pericolo lo riscuote e lo fa infuriare.
Fa fuoco più volte e nonostante sia sicuro di non averla mancata viene disarmato e quasi ucciso durante una colluttazione corpo a corpo, per poi svenire.
Al risveglio Lady Irene si è dileguata, e sia lui che il figlio, gli spiegano i medici chiamati dai fratelli, sembrano afflitti dal male misterioso che aveva colpito la moglie: mancanza di sangue, debolezza, poca reattività, più morti che vivi.
Il figlio spira qualche giorno dopo nel suo letto, e così Wiligelm, distrutto dal dolore e dalla prostrazione fisica.
A trentasette anni si risveglia nella sua tomba come vampiro, e un istinto interiore gli suggerisce cosa deve fare. Esce dal sepolcro, trova qualcuno di isolato e lo uccide per nutrirsene, bramoso come un animale.
Una volta nutritosi riaffiora il suo primo pensiero cosciente, che va al figlio Lartes, e torna alla cappella di famiglia per rivederlo. Il bambino non si è trasformato: il suo piccolo corpo indebolito ha ricevuto delle trasfusioni da un gruppo sanguigno diverso durante gli ultimi giorni, ed è stato quello la cagione della sua morte.
Wiligelm perde la ragione e si affida solo ai suoi impulsi brutali: riposa tutto il giorno nella sua bara, come morto, poi si risveglia al crepuscolo e fa strage in città e nelle campagne. Gli capita di incontrare solo un altro vampiro, un giovanotto, e la sola vista di un'altra di quelle immonde creature lo spinge a spiccargli la testa dal collo e bere il sangue di cui si era nutrito quella notte.
Comincia a vedere il mondo cambiare sotto i suoi occhi senza precisamente rendersi conto dello scorrere del tempo e questo comcincia a riscuoterlo. Siamo ormai settant'anni più in là e Wiligelm, ormai più saggio e navigato e non più un giovane vampiro preda volontaria dei suoi impulsi, si rende conto che il mondo sta andando avanti senza di lui, ed è esattamente il contrario di ciò che sognava da ragazzo.
Abbandona il cimitero e comincia a viaggiare di notte, tornando al castello ormai disabitato. Ma un castello senza persone ormai diroccato non è esattamente un buon punto da dove partire per rientare in società, così riparte e si allontana dalla città natale.
Non uccide più per non lasciare tracce troppo evidenti: è già una fortuna che qualche superstizioso non sia andato a recidere la testa di tutti i cadaveri del cimitero. Così trova Lucrezia, una vedova a cui il marito era morto di febbre tifoide: la donna è sola, spaventata, sottomessa, ormai troppo povera per vivere in solitudine, e prossima alla morte.
Stringe un patto con Wiligelm dettato dalla necessità, in cui l'uomo si occupa di mantenerla, proteggerla e darle una vita dignitosa e lei lo nutre quando lui ne ha bisogno e si occupa di pulire la casa e dargli un rifugio sicuro, in quanto abitato di giorno.
Senza che nessuno dei due lo sapesse Lucrezia era divenuta la sua serva umana.
Questo regalò un certo miglioramento alla vita di entrambi e una certa stabilità... e, dopo tanti lustri, Wiligelm sentiva di doversi reinserire in società e conversare con altri esseri d'alta nobiltà e mente.
Così costringe Lucrezia, ormai a lui completamente sottomessa, a cambiare nuovamente paese e la donna lo porta dalla sorella maggiore sposata ad un notaio francese che l'aveva portata con sé a Parigi moltissimi anni prima.
Lucrezia chiede ospitalità alla sorella felice di rivederla, sebbene sia lei che suo marito siano piuttosto intimoriti da quello che la donna presenta come il proprio compagno e preoccupati dalla figura smunta e pallida di Lucrezia.
Wiligelm comincia a costruire lì il proprio piccolo impero, in cui vivrà per molto tempo negli anni a venire. Il notaio crea per loro, come gentilezza e intenerito dalla storia a lui rifilata per cui sono dovuti fuggire senza documenti perseguitati da un altro nobile malvagio, innamorato di Lucrezia e folle d'invidia verso Wiligelm, i documenti d'identità e di matrimonio (con un, ehm, piccolo incoraggiamento ipnotico da parte del vampiro).
Con il denaro che si è portato via e che ha fregato ai malcapitati di cui si è nutrito compra casa e ci si trasferisce, arrivando anche a fregare tramite ipnosi il lavoro ad un proprietario di una ricca azienda di immobili: lo convince a metterlo nel testamento e lo ammazza pochi giorni dopo, mettendo così nei guai il figlio dell'uomo che viene arrestato al posto suo per l'omicidio del padre.
Continua così per molto tempo; si fa la fama di un uomo serio e rispettabile, un nobile “d'altri tempi”, mentre Lucrezia diventa sempre più timida e riservata, consumata dalla paura di avere a che fare continuamente con un grosso vampiro e, più tardi che, qualcuno possa fare del male al suo padrone scoprendone la vera natura, il quale capisce con sua immensa gioia che i suoi poteri stanno nel frattempo crescendo e che adesso è in grado di richiamare il suo famiglio... il chihuahua.
Irretito e goloso per la scoperta fatta, richiama a sé i chihuahua dei passanti con la forza del pensiero e cerca di comprarglieli, senza mai sbilanciarsi comunque nel suo atteggiamento rigido e un po' distaccato da “se me lo dai guarda che il favore lo stai facendo a te stesso che ti pago bene, non è che a me freghi niente di niente...”.
Quando il suo “impero” è ormai stabile e tutti gli omicidi che compie (ormai più per arte venatoria o vendetta che per fame vera e propria), torna ad ossessionarlo l'idea di un erede, ormai non più fattibile vista la sua natura di non-morto.
Così prova a vampirizzare un giovanotto di nome Marc Ouiseau, figlio sedicenne del proprietario di un modesto negozietto di ferramenta. Visto il suo carattere grintoso ma il tenore piuttosto povero a cui il ragazzo era abituato, dopo un periodo di profonda confusione e istinitività si ritrova ad amare la propria posizione e conquista in modo del tutto non dignitoso ragazze, potere, soldi e proprietà.
Inorridito, Wiligelm si accorge che il legame con questa creatura non può fare altro che danneggiarlo, visto che si sta esponendo più di un quadro, e aiutato da Lucrezia che è l'unica che può uscire alla luce del sole, lo fa polverizzare.
Sconsolato rinuncia dopo almeno altri due tentativi “non consoni” o con i risultati “sbagliati” di avere un erede. Almeno momentaneamente. Non è dotato di enorme istinto paterno (che si è esaurito con Laertes), ma è ormai la mera speranza di una propria continuazione, di un essere creato a propria immagine, di un Wiligelm Junior.
Comincia a tramare proposti di vendetta verso Lady Irene, ma si trova in una situazione troppo stabile e comoda per rischiare andandola a cercare, anche perchè non è sicuro che – poveri cari! – i suoi chihuahua abbaianti reggerebbero chissà quale viaggio.
Considerato ormai un potente locale, sorgono anche le ovvie invidie e le dicerie: “esce solo di notte” “ha un orrendo gusto nel vestire” “non è un vero uomo, guarda che cani piccoli e femminili che ha” “tiene sempre la moglie segregata, è un bruto”. Ecco, caccia per vendetta.
Tuttavia saranno i suoi “hater” a vendicarsi infine di lui, trovandone l'occasione inconfutabile (e quella buona, perchè tutti i tentativi precedenti erano falliti e gli architetti del male, eh eh furbacchioni, se li era belli prosciugati) in un killer che aveva inquietato Parigi con una serie di brutali omicidi, poi interrotti bruscamente per motivi misteriosi.
Fu denunciato, e il suo essere avvistato sempre fuori di notte durante tutti gli omicidi senza alibi valido non perorò certamente la sua causa. Corrompe il giudice, e viene legalmente assolto, ma gli uomini, che trovano più facilmente un motivo per odiare che non per credere, hanno esponenti che cercano di ammazzarlo a casa sua mentre dorme nella propria bara.
Uccide i suoi due assalitori con un coltello piantato in fronte che bloccava quasi completamente il filo logico dei suoi pensieri, ma una volta estratto capisce che ne sarebbero arrivati altri, se non ora in futuro, perchè coloro che una volta lo rispettavano e temevano, ora erano arrivati ad essere spaventati da lui: si cerca sempre di eliminare ciò che ci fa paura.
E poi, i corpi che ora erano a terra erano una prova troppo lampante: anche se non li avessero trovati, tutti probabilmente sapevano che erano andati a casa sua, e se non fossero tornati dopo ciò che era successo... Nasconde comunque i corpi, sotterrandoli nel giardino del notaio.
Non appena rifocillatosi e guarito del sangue di Lucrezia, si accorge di aver fatto un altro errore: la serva umana, spavenatata ma fedele, aveva provato a difendere il padrone inerme ed era stata ferita perdendo molto sangue. È pallida ed indebolita da far pietà, e non è in grado di sostenere un'emergenza.
Porta con se tutto il denaro che ha a disposizione, i suoi chihuahua e delle valigie leggere con alcuni degli effetti personali di Lucrezia e qualche proprio abito con i documenti. Prende la serva umana e la nasconde nel bosco, dove avviene la sua lenta guarigione mentre lui le procura di notte il cibo di cui aveva bisogno prendendo il cibo nei negozi o negli orti e lasciando generose ricompense, non tanto per bontà, quanto perchè a rubare e basta si sarebbe sentito molto inferiore rispetto alla propria effettiva grandiosità ed eleganza.
Gli sono dedicati un paio di articoletti sul “Compratore Notturno” che si prendeva ciò di cui aveva bisogno senza dir nulla a nessuno. La cosa era buffa e, sebbene fuori dalle regole, nessuno la prese come una vera minaccia e indagò troppo a fondo perchè durò troppo poco.
Una volta che Lucrezia si è ripresa abbastanza per continuare a viaggiare, Wiligelm decide che è troppo tardi. Se magari l'attacco di adesso non era andato a buon fine, ne sarebbero arrivati altri a provare ad ucciderlo durante il giorno, mentre era inerme, e per quanto fedele Lucrezia non è certamente in grado di difenderlo adeguatamente. Il suo potere si è incrinato e distrutto, e lui non ne capisce il perchè.
Provò a stanziarsi in altri paesi dell'Europa, il vecchio continente, il più tradizionalista, il più bello.
Ma niente era più come lo ricordava. Si trasforma in nebbia, in pipistrello, in chihuahua, vagamente cosciente che come vampiro è molto più resistente della debole serva umana che è costretta a sforzi terribili per stargli dietro ed è sempre stanca e debilitata.
Va in altri paesi della Francia, ma la sua fuga sembra averlo reso colpevole ed è stato emesso un bando di cattura per lui, costringendolo ad andarsene per sempre. Torna in Lituania, ma così cambiata non ha per lui alcun fascino. Va in Italia, e lì trova qualcosa.
Durante una visita a Roma di un piccolo gruppo di bambinelli usciti da pochissimo dall'orfanotrofio intravede un bambino minuscolo in braccio ad una delle responsabili. Ha i capelli scuri e ricci, come Lady Irene. O meglio, come Laertes.
Capisce in quel momento cos'è che ha sbagliato in tutti quei tentativi di avere un'erede dopo il suo vero figlio: erano altri, cresciuti in modo diverso da lui, che non erano cosiderabili suoi figli o eredi perchè di lui non avevano che la maledizione. Ma, se avesse cresciuto un bambino così piccolo, tutto sarebbe cambiato...
Detto fatto, Giuseppe Zare, tramite l'uso scandaloso dell'ipnosi, diventa Peppi Jankauskas, figlio di Friedrich Jankauskas e sua moglie Lucrezia.
Il viaggio riprende comunque: neanche l'Italia va più bene.
Il novello “Friedrich” si dispera e cerca di spiegare la morte al bambino di sei mesi, in quanto giocando con l'ennesimo cane Perro (Perro XVI, circa) l'ha buttato dal balcone.
Il bambino non capisce nulla e Friedrich si ripromette di spiegarglielo meglio quando sarà più grande... Richiama a sé tutti i chihuahua della Spagna e riparte verso quella che sarà la sua meta finale: la Grande, promettente, America, dove tutti i coloni in cerca di casa si rifugiavano.
Sceglie Baltimora, la capitale del Maryland, per la sua enorme biblioteca che gli sembra dia lustro alla sua casata (di cui nonostante tutto, si sente ancora esponente incredibile).
Lì si stabilisce con Lucrezia e il piccolo Peppi, incontrando anche Girasolemma Contessa, insopportabile moglie di Pascale Contessa e la loro figlia piccola Vampirella.
Cresce il figlio con severità ma cercando di insegnarli tutto il possibile e dargli sempre il meglio: con sua gioia il piccolo cresce alto e forte, ma con suo sommo dispiacere si invaghisce dell'oca giuliva figlia dei coniugi Contessa.
Non ha altra scelta: per evitare che suo figlio finisca con quella stupida, è meglio eliminarla; lei e già che ci siamo sua madre, che è orrenda, maligna, cattiva, assassina. Raggiunge questa consapevolezza quando ormai entrambi i ragazzi sono adolescenti, e attacca madre e figlia in un vicolo di notte.
Tutto sembra filare liscio: tutt'e due sono già state colpite, sta finendo la madre per prima, quando... lo raggiunge un alto uggiolio e si precipita in strada. Il cane Perro XIV, affezionato e scodinzolante, l'ha seguito in strada ed è stato preso in pieno da un automobilista.
Friedrich le molla lì dove sono, pensando che, tanto, probabilmente sono già spacciate. Il cane Perro muove ancora una zampetta, quindi forse c'è ancora speranza per lui. C'è: ormai non mette più il nasino fuori di casa ed è mezzo zoppo, però è ancora vivo.
Scioccato, scopre anche che in sua assenza Girasolemma è diventata un vampiro e di lui non ricorda nulla, cosa che lo insospettisce, perchè non gli è mai bastato un morso per trasformare chicchessia, sennò a quest'ora Lucrezia era cento vampiri.
Fattò sta che, ora che Girasolemma è un vampiro, è immortale. E potranno odiarsi per sempre.
Curiosità:
-Wiligelm non sa cucinare, e se gli chiedete di cucire o spolverare il massimo che potrà farvi è una matassa di lana tutta rotolata nella polvere. Insomma, con i lavoretti casalinghi, fa schifo.
-Il suo colore preferito è il grigio ferro e il suo animale preferito il chihuahua, le sue trasmissioni televisive preferite sono tutte storiche perchè il presente gli fa un po' ribrezzo e quindi è sempre immusonito.
-Ha imparato malissimo ad utilizzare qualsivoglia attrezzo elettrico, e questa non è tutta colpa sua perchè, come tutti i morti tornati in vita, ha una memoria abbastanza schifosa.
-Può si trasformarsi in pipistrello, ma è un pipistrello grigio con una striscia bianca come le moffette sul corpo e che somiglia ad un chihuahua.