domenica 8 novembre 2015

Kevin Smithson

Kevin Smithson



Nome: Kevin Steve Smithson

Soprannomi: “Kevlar” “Sbirracchiotto”

Sesso: Maschio

Specie: Umano (Homo sapiens sapiens)

Altezza: 1, 80 m

Peso: 75 kg

Capelli: Castani

Occhi: Azzurri


Storia:



Kevin Smithson nasce come figlio unico nell'agosto del 1989 da Eustace J. Smithson e Katia Maria Smithson-Florence, due brave persone ma quasi bigotti. Entrambi i suoi genitori lavorano in un autolavaggio con discreti incassi, quindi la sua famiglia, di ceto medio, può togliergli la maggior parte degli sfizi, tra cui un'anelatissima bicicletta rossa.

A sette anni salvano una famiglia di mici dalla spazzatura, una mamma gatta con i suoi tre gattini, che rimettono in sesto e lasciano insieme almeno fino a quando i piccoli non sono stati svezzati.

Mamma gatta e uno dei suoi piccoli vengono adottati, ma non riescono a piazzare gli altri due cuccioli che rimangono quindi alla famiglia: sono Chip e Aria, un fawn e una tricolore da cui i genitori non si separeranno mai.

Conosce il vicino di casa, Albert Allen, suo coetaneo, perchè il suo labrador Snap cerca di ammazzare Chip e Aria almeno una volta al giorno, e presto diventa il suo migliore amico.

Rimangono insieme fino ai sedici anni in cui prendono strade diverse: Albert comincia ad essere accusato di vari taccheggi e atteggiamenti ambigui, mentre Kevin sogna un futuro nelle forze dell'ordine.

A diciassette anni, Kevin realizza di non credere in Dio. Già da tempo comiciava a interrogarsi sull'esistenza o meno di una divinità, ma due giorni prima del suo compleanno Chip viene investito da un uomo ubriaco, che si schianta subito dopo conto un palo della luce. L'ubriaco sopravvive, Chip no. I suoi genitori piangono. E Kevin si chiede se davvero la vita vale così poco che si può perdere in mille modi, e se un Dio esiste, se è un tutto un suo piano, se si sta divertendo a guadare ciò che di brutto succede nel mondo da lassù.

Ma non esiste.

Quindi qualcuno deve proteggere l'umanità, e chi meglio degli uomini?

Il sogno di diventare poliziotto diventa una certezza: riesce a passare gli esami al primo colpo, e si ritrova ben presto in divisa nelle pattuglie cittadine. Si sente realizzato, e svolge con passione il suo primo lavoro.

Rincontra l'amico da cui si era allontanato, perchè il suo primo arresto è Albert Allen, per una rissa da bar. Lo ammanetta, lo porta in prigione, e lì riscopre che anche se lo ha appena arrestato sono ancora amici, perchè Albert riesce ancora a farlo ridere, persino con le storiacce da bar che ha racimolato in questi anni.

Dopo qualche notte lui è fuori, e tornano a frequentarsi come e più di prima. Kevin riesce a tenere l'amico fuori dal “lato oscuro” molto spesso, ma ogni tanto si trova comunque costretto a multarlo.

Lui lo chiama “delinquentello”, l'altro lo appella “sbirracchiotto”. Nel tentativo di difendere Albert da un altro “delinquentello” a cui Allen aveva fregato 500 euro da un guadagno di spaccio di sostanze illegali, Kevin si becca due pallottole al torace.

Sopravvive, ma da allora indossa continuamente il giubbotto anti-proiettile anche sotto i vestiti in borghese, passando da “Kevin” a “Kevlar” (il tessuto anti-proiettile dei giubbini) per qualche burlone del dipartimento. Dopo quello, Albert torna completamente sulla retta via e dopo una settimana e mezza a Kevin passa la paranoia e si toglie il giubbino quando fa la doccia.

Incontra una ragazza di nome Jessica Stuart, proprietaria di un'affettuosa femmina di dobermann chiamata Layla che lo guarda sempre malissimo, perchè è una giornalista impiccionissima che lo tartassa di domande.

I due si innamorano (con grande gelosia di Albert che non può più stare appiccicato almeno sei ore di fila al braccio di Kevin), ma, ahi ahi, lei è credente.

Avendo sempre a che fare con i propri genitori (che se sapessero che è ateo piangerebbero come se fosse morto) è piuttosto tollerante verso i cattolici, ma il vero problema è il matrimonio.

Come farlo? Alla fine Jessica accetta di sposarlo con il comune, lasciando perdere le funzioni religiose.

L'ultimo caso in cui si impegna prima del matrimonio è il ritrovamento di due giovani scomparsi di nome Peppi e Vampirella, caso che lo prende perchè lo fa morire dal ridere in quanto contiene forse gli individui più buffi che abbia mai visto nella sua vita.

Alla fine i due verranno ritrovati, e lui e la sua novella moglie parteciperanno alle nozze dei due dispersi.



Curiosità

-Kevin è in realtà un agente delle pattuglie di strada, quindi il suo
improvvisarsi detective per cercare Peppi e Vampirella è in realtà un'iniziativa personale.

-Nonostante sia ateo, le sue esclamazioni sono perlopiù riferimenti ai santi perchè da giovane, prima di dedicarsi alla carriera di poliziotto, lavorò per una settimana in una fabbrica che produceva calendari durante il periodo natalizio (quello più pressante, perchè tutti si preparano all'anno nuovo!). Era l'addetto che controllava che tutti i fogli fossero stampati nel modo corretto, perciò per una settimana lesse nomi di santi a ritmi vertiginosi e li imparò tutti a memoria e in ordine. Nelle situazioni di particolare stress, rievoca il disagio lavorativo di quei giorni, e quindi gli tornano alla memoria i nomi dei santi, generalmente partendo dal giorno del calendario in cui si trova.

-Gli piace cantare il karaoke, ma solo il venerdì e il mercoledì, negli altri giorni non canta perchè dice che non ha l'ispirazione.

mercoledì 4 novembre 2015

Pascale Contessa


Pascale Contessa

Nome: Pascale Contessa
Soprannomi: “Il Re di Oyster Bay” “Il profeta della Grande Mela” “Il boss” “Zerbino”
Sesso: Maschio
Specie: Umano (Homo sapiens sapiens)
Altezza: 1, 65 m
Peso: 70 kg
Capelli: Grigi e pochi, ma castani in gioventù
Occhi: Castani
Storia:

Pascale nasce a New York il 25 Dicembre del 1967 da una famiglia di origini italiane, con un gemello identico a lui. Passerà una gioventù estremamente travagliata, diventando presto orfano.
Già da giovanissimo gran parte della sua vita è contaminata dalla “parte oscura” della Grande Mela, e trova del tutto normali minacce di morte, contrabbandi e criminalità. Pian piano comincia a costruire un piccolo impero criminale insieme al gemello e ai loro due migliori amici: uno si curerà della loro difesa personale e l'altro curerà i contatti con il mondo della malavita garantendo appigli e contrattazioni pulite. Si uniscono a loro i fratelli Picciotti, sgherri conosciutissimi nei bassifondi, che Pascale conosce offrendo a Genna Picciotti una caramella alla stazione del metro, e da lì la loro popolarità aumenta esponenzialmente, reclutando nuovi membri che danno stabilità all'organizzazione.
Viene chiamata Bulè, come il consiglio cittadino delle polis greche, nato come corpo aristocratico intorno ai re arcaici, e i due fratelli decisero di presentarsi come un'unica persona per rafforzare la propria autorità e dare un'impressione di grande prontezza con lo svolgimento dei compiti che una simile carica comporta (due teste sono meglio di una, eh).
Pascale ne approfitta per eclissarsi dietro l'ombra del fratello, assaporando il potere senza doverne davvero sentire tutto il carico e le responsabilità. Si interroga poco su quello che effettivamente compie, perchè non si rende mai direttamente colpevole di un omicidio o un interrogatorio... ma la sua vita cambia completamente quando assiste di persona al sequestro della famiglia di un boss rivale, con l'uccisione degli uomini di fiducia che erano lì per proteggere la moglie e la figlia del rivale.
Cambia vita, comincia a rinunciare alle missioni, si chiude in sé stesso. Il fratello cerca di aiutarlo, gli da la possibilità di riprendersi guidando lui l'organizzazione (segretamente compiaciuto del potere acquisito, ma addolorato per la condizione di Pascale). Rischia la depressione, quando, sperando di riscuoterlo, il suo gemello gli affida un incarico semplicissimo (e inutile): dovrà osservare un locale in cui si dice avvengano cose fuori dalla norma, il Gatto Nero.
Pascale accetta annuendo come uno zombie con il rivoletto di bava, e si reca lì... così conosce Hyerasolem Bora, una donna che gli appare bellissima e piena di vita.
Il suo inutile incarico gli diventa improvvisamente un impegno molto caro: passa tutti i giorni al Gatto Nero, ordinando sempre un milkshake alla fragola e conversando con la cameriera più scorbutica del personale che lo zerbina spietatamente. Quando comincia a lasciare mance generose, però, Girasolemma diventa tutta zucchero e miele, e comincia a provare un sentimento sincero per l'avventore: si sono innamorati.
Pascale sfrutta il proprio potere per cambiare identità, prendendo il cognome dal ramo materno della famiglia, e riesce a fidanzarsi e allontanarsi dalla Bulè insieme a Girasolemma. Il fratello rimane disappuntato, ma lo lascia andare augurandogli ogni bene.
La ex-cameriera molla immediatamente il lavoro e si mette in panciolle, che a lungo andare sarebbe stato più conveniente – economicamente parlando – sposarsi con una Ferrari fatta di Rolex.
Di questo periodo della sua vita ci rimane poco, perchè ha fatto in modo di cancellare il suo passato il più possibile (cosa per fortuna semplice visto che aveva spesso finto di essere suo fratello, crogiolandosi nella propria identità fantasma) per non ricondurre nessuno alla sua famiglia.
Sposa Girasolemma e si trasferisce con lei a Baltimora, Maryland. Avranno insieme una bambina, Vampirella, affetta da albinismo, che risveglierà in lui tutto l'isinto paterno possibile.
Si appassionerà ai My Little Pony guardandoli insieme a lei, riconoscendosi in Fluttershy, ma coll'andare del tempo smetterà di guardarli perchè non ha più la scusa della bambina piccola (anche se ogni tanto una sbirciatina alle serie nuove la da).

Curiosità:
-Ha una fortissima tendenza a farsi zerbinare ed è generalmente di carattere pacato e sottomesso, perciò l'unico motivo per cui è riuscito a rimanere tanto a lungo a capo della Bulè è il suo incredibile talento per la recitazione: si limitava a imitare il fratello con una maestria tale che anche in situazioni di forte pressione avrebbe potuto reagire quasi esattamente come lui.
-Nonostante sia un bravissimo attore, spesso rifiuta questo talento perchè detesta mentire: si trova talvolta a dire la verità anche in modo assillante a chi lo circonda, ostinandosi ad esempio a riferire tutti i giorni che colore sono i suoi calzini. Non riesce a mentire se non si immedesima nel fratello.
-La finanza non lo becca ad avere un reddito molto più alto di quello che dovrebbe essere perchè ha un amico di infanzia che lo protegge dall'interno del fisco.

giovedì 22 ottobre 2015

Friedrich Jankauskas


Friedrich Jankauskas

Nome: Friedrich Jankauskas (fittizio)
Soprannomi: ---
Sesso: Maschio
Specie: Vampiro maggiore (nosferatu)
Altezza: 1.78 m
Peso: 70 kg
Capelli: Grigi, con una striscia bianca nel mezzo. Nero scolorito da giovane.
Occhi: Rossi. Verdi da vivo.

Storia:

Wiligelm Jankauskas nasce in Lituania nel 1799, da ambedue genitori di alto lignaggio e incredibilmente all'antica. Cresce in una grande villa in mezzo ai boschi, con una levatrice e un istruttore privato, e contemporanemante ad un chihuahua di nome Perro appartenente alla madre. Maggiore di altri due fratelli e minore di uno, viene istruito e seguito con cura e addestrato all'arte dell'equitazione, della scherma, dell'arte e della composizione (abilità troppo astratte e poco pragmatiche, che lascerà presto perdere con disprezzo e senza grande talento), apprende la storia – principalmente la storia del suo casato – la geografia – principalmente i territori in cui la loro famiglia si era spostata attraverso i secoli e l'albero genealogico in modo puntiglioso e maniacale,
Vede le aspettative dei genitori, che funzionano comunque da “carburante” solo per i primi anni della sua infanzia e adolescenza; in seguito ciò che lo spinge a migliorare è un infinito orgoglio e amor proprio, tanto da arrivare alla superbia, e il sogno segreto di uccidere il fratello per impadronirsi di quei possedimenti che, lo sa, dovrebbero appartenere a lui.
Non è un fanciullo particolarmente bello, ma è versato in molte materie “virtuose” e sa alla perfezione ogni codice di cavalleria, ed è quindi destinato a trovare presto una compagna di casta altrettanto alta.
Si tratta di Lady Irene, fanciulla di un podere ormai di proprietà di un lord ungherese poco distante, che aveva avuto sin da quando era arrivato dei contrasti piuttosto tesi verso la sua famiglia.
Egli non l'ama, tanto più che è devastato dalla morte del cane Perro (che era già morto almeno altre due volte e rimpiazzato con altri cani sempre di nome Perro per non dare un dispiacere al figlio dai genitori), ma si sforza di legare con la bellissima fanciulla nel momento in cui vede che il fratello maggiore, già impalmato, se n'è invaghito.
Wiligelm avrà anche un figlio da lei, fissato con la discendenza com'è, che chiamerà Laertes Horatio Jankauskas e che sarà la sua gioia.
La moglie Irene comincia a comportarsi in modo strano due anni dopo il loro matrimonio. Per giorni aveva lamentato che, durante le passeggiate nei giardini con Laertes, aveva scorto una figura scura aggirarsi tra gli alberi e seguirla dal folto. Dopo un pò, Wiligelm stesso comincia ad accompagnarla trascurando di tanto in tanto i suoi obblighi per proteggere consorte e figlio, ma dopo la prima volta in cui la vede anche lui, l'ombra scura scompare.
Dopo una settimana la moglie si ammala gravemente di un male sconosciuto, che la spinge sempre di più sul fondo del baratro: la donna è pallida e poco reattiva, e sembra aver perso grandi quantità di sangue in modo inspiegabile. Dopo qualche settimana sembra essere spirata e vengono chiamati i becchini, ma la moglie a sorpresa si risveglia, sebbene debole. Da lì farà un miglioramento velocissimo e tornerà ad essere completamente in forze, persino più bella di prima; tanto che lui stesso, suo malgrado, se ne innamora perdutamente e il fratello ne sembra completamente stregato...
Una notte sente le urla di Laertes, che dorme nella stanza accanto, ed accorre armato di pistola. Ciò che vede lo fa inorridire: il figlio ormai moribondo e la consorte chinata su di lui, coperta del suo sangue. Per quanto ne fosse incantato, la vita di suo figlio in pericolo lo riscuote e lo fa infuriare.
Fa fuoco più volte e nonostante sia sicuro di non averla mancata viene disarmato e quasi ucciso durante una colluttazione corpo a corpo, per poi svenire.
Al risveglio Lady Irene si è dileguata, e sia lui che il figlio, gli spiegano i medici chiamati dai fratelli, sembrano afflitti dal male misterioso che aveva colpito la moglie: mancanza di sangue, debolezza, poca reattività, più morti che vivi.
Il figlio spira qualche giorno dopo nel suo letto, e così Wiligelm, distrutto dal dolore e dalla prostrazione fisica.
A trentasette anni si risveglia nella sua tomba come vampiro, e un istinto interiore gli suggerisce cosa deve fare. Esce dal sepolcro, trova qualcuno di isolato e lo uccide per nutrirsene, bramoso come un animale.
Una volta nutritosi riaffiora il suo primo pensiero cosciente, che va al figlio Lartes, e torna alla cappella di famiglia per rivederlo. Il bambino non si è trasformato: il suo piccolo corpo indebolito ha ricevuto delle trasfusioni da un gruppo sanguigno diverso durante gli ultimi giorni, ed è stato quello la cagione della sua morte.
Wiligelm perde la ragione e si affida solo ai suoi impulsi brutali: riposa tutto il giorno nella sua bara, come morto, poi si risveglia al crepuscolo e fa strage in città e nelle campagne. Gli capita di incontrare solo un altro vampiro, un giovanotto, e la sola vista di un'altra di quelle immonde creature lo spinge a spiccargli la testa dal collo e bere il sangue di cui si era nutrito quella notte.
Comincia a vedere il mondo cambiare sotto i suoi occhi senza precisamente rendersi conto dello scorrere del tempo e questo comcincia a riscuoterlo. Siamo ormai settant'anni più in là e Wiligelm, ormai più saggio e navigato e non più un giovane vampiro preda volontaria dei suoi impulsi, si rende conto che il mondo sta andando avanti senza di lui, ed è esattamente il contrario di ciò che sognava da ragazzo.
Abbandona il cimitero e comincia a viaggiare di notte, tornando al castello ormai disabitato. Ma un castello senza persone ormai diroccato non è esattamente un buon punto da dove partire per rientare in società, così riparte e si allontana dalla città natale.
Non uccide più per non lasciare tracce troppo evidenti: è già una fortuna che qualche superstizioso non sia andato a recidere la testa di tutti i cadaveri del cimitero. Così trova Lucrezia, una vedova a cui il marito era morto di febbre tifoide: la donna è sola, spaventata, sottomessa, ormai troppo povera per vivere in solitudine, e prossima alla morte.
Stringe un patto con Wiligelm dettato dalla necessità, in cui l'uomo si occupa di mantenerla, proteggerla e darle una vita dignitosa e lei lo nutre quando lui ne ha bisogno e si occupa di pulire la casa e dargli un rifugio sicuro, in quanto abitato di giorno.
Senza che nessuno dei due lo sapesse Lucrezia era divenuta la sua serva umana.
Questo regalò un certo miglioramento alla vita di entrambi e una certa stabilità... e, dopo tanti lustri, Wiligelm sentiva di doversi reinserire in società e conversare con altri esseri d'alta nobiltà e mente.
Così costringe Lucrezia, ormai a lui completamente sottomessa, a cambiare nuovamente paese e la donna lo porta dalla sorella maggiore sposata ad un notaio francese che l'aveva portata con sé a Parigi moltissimi anni prima.
Lucrezia chiede ospitalità alla sorella felice di rivederla, sebbene sia lei che suo marito siano piuttosto intimoriti da quello che la donna presenta come il proprio compagno e preoccupati dalla figura smunta e pallida di Lucrezia.
Wiligelm comincia a costruire lì il proprio piccolo impero, in cui vivrà per molto tempo negli anni a venire. Il notaio crea per loro, come gentilezza e intenerito dalla storia a lui rifilata per cui sono dovuti fuggire senza documenti perseguitati da un altro nobile malvagio, innamorato di Lucrezia e folle d'invidia verso Wiligelm, i documenti d'identità e di matrimonio (con un, ehm, piccolo incoraggiamento ipnotico da parte del vampiro).
Con il denaro che si è portato via e che ha fregato ai malcapitati di cui si è nutrito compra casa e ci si trasferisce, arrivando anche a fregare tramite ipnosi il lavoro ad un proprietario di una ricca azienda di immobili: lo convince a metterlo nel testamento e lo ammazza pochi giorni dopo, mettendo così nei guai il figlio dell'uomo che viene arrestato al posto suo per l'omicidio del padre.
Continua così per molto tempo; si fa la fama di un uomo serio e rispettabile, un nobile “d'altri tempi”, mentre Lucrezia diventa sempre più timida e riservata, consumata dalla paura di avere a che fare continuamente con un grosso vampiro e, più tardi che, qualcuno possa fare del male al suo padrone scoprendone la vera natura, il quale capisce con sua immensa gioia che i suoi poteri stanno nel frattempo crescendo e che adesso è in grado di richiamare il suo famiglio... il chihuahua.
Irretito e goloso per la scoperta fatta, richiama a sé i chihuahua dei passanti con la forza del pensiero e cerca di comprarglieli, senza mai sbilanciarsi comunque nel suo atteggiamento rigido e un po' distaccato da “se me lo dai guarda che il favore lo stai facendo a te stesso che ti pago bene, non è che a me freghi niente di niente...”.
Quando il suo “impero” è ormai stabile e tutti gli omicidi che compie (ormai più per arte venatoria o vendetta che per fame vera e propria), torna ad ossessionarlo l'idea di un erede, ormai non più fattibile vista la sua natura di non-morto.
Così prova a vampirizzare un giovanotto di nome Marc Ouiseau, figlio sedicenne del proprietario di un modesto negozietto di ferramenta. Visto il suo carattere grintoso ma il tenore piuttosto povero a cui il ragazzo era abituato, dopo un periodo di profonda confusione e istinitività si ritrova ad amare la propria posizione e conquista in modo del tutto non dignitoso ragazze, potere, soldi e proprietà.
Inorridito, Wiligelm si accorge che il legame con questa creatura non può fare altro che danneggiarlo, visto che si sta esponendo più di un quadro, e aiutato da Lucrezia che è l'unica che può uscire alla luce del sole, lo fa polverizzare.
Sconsolato rinuncia dopo almeno altri due tentativi “non consoni” o con i risultati “sbagliati” di avere un erede. Almeno momentaneamente. Non è dotato di enorme istinto paterno (che si è esaurito con Laertes), ma è ormai la mera speranza di una propria continuazione, di un essere creato a propria immagine, di un Wiligelm Junior.
Comincia a tramare proposti di vendetta verso Lady Irene, ma si trova in una situazione troppo stabile e comoda per rischiare andandola a cercare, anche perchè non è sicuro che – poveri cari! – i suoi chihuahua abbaianti reggerebbero chissà quale viaggio.
Considerato ormai un potente locale, sorgono anche le ovvie invidie e le dicerie: “esce solo di notte” “ha un orrendo gusto nel vestire” “non è un vero uomo, guarda che cani piccoli e femminili che ha” “tiene sempre la moglie segregata, è un bruto”. Ecco, caccia per vendetta.
Tuttavia saranno i suoi “hater” a vendicarsi infine di lui, trovandone l'occasione inconfutabile (e quella buona, perchè tutti i tentativi precedenti erano falliti e gli architetti del male, eh eh furbacchioni, se li era belli prosciugati) in un killer che aveva inquietato Parigi con una serie di brutali omicidi, poi interrotti bruscamente per motivi misteriosi.
Fu denunciato, e il suo essere avvistato sempre fuori di notte durante tutti gli omicidi senza alibi valido non perorò certamente la sua causa. Corrompe il giudice, e viene legalmente assolto, ma gli uomini, che trovano più facilmente un motivo per odiare che non per credere, hanno esponenti che cercano di ammazzarlo a casa sua mentre dorme nella propria bara.
Uccide i suoi due assalitori con un coltello piantato in fronte che bloccava quasi completamente il filo logico dei suoi pensieri, ma una volta estratto capisce che ne sarebbero arrivati altri, se non ora in futuro, perchè coloro che una volta lo rispettavano e temevano, ora erano arrivati ad essere spaventati da lui: si cerca sempre di eliminare ciò che ci fa paura.
E poi, i corpi che ora erano a terra erano una prova troppo lampante: anche se non li avessero trovati, tutti probabilmente sapevano che erano andati a casa sua, e se non fossero tornati dopo ciò che era successo... Nasconde comunque i corpi, sotterrandoli nel giardino del notaio.
Non appena rifocillatosi e guarito del sangue di Lucrezia, si accorge di aver fatto un altro errore: la serva umana, spavenatata ma fedele, aveva provato a difendere il padrone inerme ed era stata ferita perdendo molto sangue. È pallida ed indebolita da far pietà, e non è in grado di sostenere un'emergenza.
Porta con se tutto il denaro che ha a disposizione, i suoi chihuahua e delle valigie leggere con alcuni degli effetti personali di Lucrezia e qualche proprio abito con i documenti. Prende la serva umana e la nasconde nel bosco, dove avviene la sua lenta guarigione mentre lui le procura di notte il cibo di cui aveva bisogno prendendo il cibo nei negozi o negli orti e lasciando generose ricompense, non tanto per bontà, quanto perchè a rubare e basta si sarebbe sentito molto inferiore rispetto alla propria effettiva grandiosità ed eleganza.
Gli sono dedicati un paio di articoletti sul “Compratore Notturno” che si prendeva ciò di cui aveva bisogno senza dir nulla a nessuno. La cosa era buffa e, sebbene fuori dalle regole, nessuno la prese come una vera minaccia e indagò troppo a fondo perchè durò troppo poco.
Una volta che Lucrezia si è ripresa abbastanza per continuare a viaggiare, Wiligelm decide che è troppo tardi. Se magari l'attacco di adesso non era andato a buon fine, ne sarebbero arrivati altri a provare ad ucciderlo durante il giorno, mentre era inerme, e per quanto fedele Lucrezia non è certamente in grado di difenderlo adeguatamente. Il suo potere si è incrinato e distrutto, e lui non ne capisce il perchè.
Provò a stanziarsi in altri paesi dell'Europa, il vecchio continente, il più tradizionalista, il più bello.
Ma niente era più come lo ricordava. Si trasforma in nebbia, in pipistrello, in chihuahua, vagamente cosciente che come vampiro è molto più resistente della debole serva umana che è costretta a sforzi terribili per stargli dietro ed è sempre stanca e debilitata.
Va in altri paesi della Francia, ma la sua fuga sembra averlo reso colpevole ed è stato emesso un bando di cattura per lui, costringendolo ad andarsene per sempre. Torna in Lituania, ma così cambiata non ha per lui alcun fascino. Va in Italia, e lì trova qualcosa.
Durante una visita a Roma di un piccolo gruppo di bambinelli usciti da pochissimo dall'orfanotrofio intravede un bambino minuscolo in braccio ad una delle responsabili. Ha i capelli scuri e ricci, come Lady Irene. O meglio, come Laertes.
Capisce in quel momento cos'è che ha sbagliato in tutti quei tentativi di avere un'erede dopo il suo vero figlio: erano altri, cresciuti in modo diverso da lui, che non erano cosiderabili suoi figli o eredi perchè di lui non avevano che la maledizione. Ma, se avesse cresciuto un bambino così piccolo, tutto sarebbe cambiato...
Detto fatto, Giuseppe Zare, tramite l'uso scandaloso dell'ipnosi, diventa Peppi Jankauskas, figlio di Friedrich Jankauskas e sua moglie Lucrezia.
Il viaggio riprende comunque: neanche l'Italia va più bene.
Il novello “Friedrich” si dispera e cerca di spiegare la morte al bambino di sei mesi, in quanto giocando con l'ennesimo cane Perro (Perro XVI, circa) l'ha buttato dal balcone.
Il bambino non capisce nulla e Friedrich si ripromette di spiegarglielo meglio quando sarà più grande... Richiama a sé tutti i chihuahua della Spagna e riparte verso quella che sarà la sua meta finale: la Grande, promettente, America, dove tutti i coloni in cerca di casa si rifugiavano.
Sceglie Baltimora, la capitale del Maryland, per la sua enorme biblioteca che gli sembra dia lustro alla sua casata (di cui nonostante tutto, si sente ancora esponente incredibile).
Lì si stabilisce con Lucrezia e il piccolo Peppi, incontrando anche Girasolemma Contessa, insopportabile moglie di Pascale Contessa e la loro figlia piccola Vampirella.
Cresce il figlio con severità ma cercando di insegnarli tutto il possibile e dargli sempre il meglio: con sua gioia il piccolo cresce alto e forte, ma con suo sommo dispiacere si invaghisce dell'oca giuliva figlia dei coniugi Contessa.
Non ha altra scelta: per evitare che suo figlio finisca con quella stupida, è meglio eliminarla; lei e già che ci siamo sua madre, che è orrenda, maligna, cattiva, assassina. Raggiunge questa consapevolezza quando ormai entrambi i ragazzi sono adolescenti, e attacca madre e figlia in un vicolo di notte.
Tutto sembra filare liscio: tutt'e due sono già state colpite, sta finendo la madre per prima, quando... lo raggiunge un alto uggiolio e si precipita in strada. Il cane Perro XIV, affezionato e scodinzolante, l'ha seguito in strada ed è stato preso in pieno da un automobilista.
Friedrich le molla lì dove sono, pensando che, tanto, probabilmente sono già spacciate. Il cane Perro muove ancora una zampetta, quindi forse c'è ancora speranza per lui. C'è: ormai non mette più il nasino fuori di casa ed è mezzo zoppo, però è ancora vivo.
Scioccato, scopre anche che in sua assenza Girasolemma è diventata un vampiro e di lui non ricorda nulla, cosa che lo insospettisce, perchè non gli è mai bastato un morso per trasformare chicchessia, sennò a quest'ora Lucrezia era cento vampiri.
Fattò sta che, ora che Girasolemma è un vampiro, è immortale. E potranno odiarsi per sempre.
Curiosità:
-Wiligelm non sa cucinare, e se gli chiedete di cucire o spolverare il massimo che potrà farvi è una matassa di lana tutta rotolata nella polvere. Insomma, con i lavoretti casalinghi, fa schifo.
-Il suo colore preferito è il grigio ferro e il suo animale preferito il chihuahua, le sue trasmissioni televisive preferite sono tutte storiche perchè il presente gli fa un po' ribrezzo e quindi è sempre immusonito.
-Ha imparato malissimo ad utilizzare qualsivoglia attrezzo elettrico, e questa non è tutta colpa sua perchè, come tutti i morti tornati in vita, ha una memoria abbastanza schifosa.
-Può si trasformarsi in pipistrello, ma è un pipistrello grigio con una striscia bianca come le moffette sul corpo e che somiglia ad un chihuahua.

venerdì 17 luglio 2015

Piccione fritto

Piccione fritto


Nome: Buffy
Soprannomi: Cristofora, Palla di Piume, “Che mi hai portato?”
Sesso: Femmina
Specie: Colombo (Columba livia)
Lunghezza: 31 cm.
Peso: 302 gr.
Piumaggio: Grigio e bianco, con un “collarino” di piume violaceo intorno al collo.
Occhi: Neri

Storia:
Fu trovata da pulcina all'interno del suo nido da una giovane donna; non era la prima volta che la vedeva: si trovava spesso a far capolino su lei e gli altri pulcini, dapprima più goffamente, poi sempre con maggior destrezza. La donna si divertiva, come un gatto, a fare la posta ai piccioni e ad acchiapparli a mezz'aria. Una volta o due l'aveva visto fare con sua madre, poi prontamente liberata, poi lo fece con lei e lei non tornò più a casa.
La donna la crebbe e lei, semplicemente accettò il cambiamento. La nutrì, la istigò a volare sempre più lontano, le affibbiò il nome di “Buffy”, diminiuitivo della parola “buffer”, che vuol dire ambasciatore. Poi cominciò a istruirla in maniera del tutto strana, ma lei continuò ad accettare il cambiamento. Le insegnò un tragitto speciale, e le insegnò nomi e volti di alcune persone e la ricompensava quando eseguiva la strada giusta.
Talvolta le legava alla zampa qualcosa e, soprattutto per i primi tempi, le ordinava di portare quel certo messaggio ad una casa o ad una persona e la ricompensava felice ogni volta che portava diligentemente a compimento il lavoro assegnato.
I viaggi divennero sempre più lunghi.
Per un certo periodo, in un eccesso di zelo, portò alle persone che aveva imparato a riconoscere sassi e bastoncini trovati per terra, e una volta si privò perfino di un bruco, ma smise quando la sua padrona venuta a conoscenza della cosa la tenne continuamente impegnata in altro (tipo portare dei pacchetti da sé a sé stessa).
Quando ormai era divenuta adulta, sia Buffy che la giovane donna erano molto cambiate.
La colomba amava svolgere quel lavoro che per lei significava volare libera e ricompense (spesso sia da parte del destinatario che da parte del mittente). E così divenne un vero e proprio piccione viaggiatore.
I tragitti divennero col tempo sempre più lunghi e complessi, imparò più volti e più case, e si ritrovò in grado di cercarle e trovarle anche per giorni e riuscire a tornare dalla donna alla fine.
Col tempo smise di vedere altre persone che non fossero la donna acchiappa-colombi e i destinatari: la sua padrona era diventata molto più schiva e selvatica. Cambiarono più volte dimora, ma la donna la lasciò volare in giro per memorizzare i nuovi territori e non ebbe più problemi.
Socializzò quanto basta con gli altri piccioni, ed esattamente come facevano loro: faceva un po' avanti e indietro col collo, faceva gli occhi vitrei e poi volava via al primo rumore o quando si era riposata a sufficienza.
Dall'aumentare del cibo offertole dal destinatario e dal mittente nella consegna di pacchettini e lettere, cominciò a intuire che i lavori più recenti erano sempre più urgenti e importanti, ma non è che lo capisse con grande precisione: era comunque un colombo scemo, e quello che capiva era che, con più energie, poteva andare più veloce, e andava più veloce. Punto. E le piaceva il riso. Punto.
Durante una consegna che meritava “molta energia” di una lettera scritta in tanti fogli, mentre volava, un uomo le tirò contro qualcosa di proposito e lei, al fine di scansarlo, schivò sterzando bruscamente e sbattè contro dei cavi dell'alta tensione, sotto lo sguardo ammirato di una ragazza albina in fuga con i capelli tinti di blu e il suo fidanzato vampiro.


Curiosità:
Al tempo della nascita di Buffy, la Chiesa del paese aveva liberato cinque colombe bianche in segno di pace, come Noè, e le cinque colombe si erano accoppiate con i piccioni che erano già liberi per la città. Buffy è stata frutto di una di quelle unioni, perciò ha la coda più lunga e con un ventaglio più ampio, e larghe porzioni dell'ala sinistra hanno piume bianche.

venerdì 30 gennaio 2015

Girasolemma Contessa



Nome e cognome:
Girasolemma Contessa

Conosciuta come:
"La sfrutta-persone"

Data di nascita:
17 Novembre 1972

Anni alla prima comparsa:
41 anni

Peso (chilogrammi):
75 kg 

Altezza (metri):
1.68 (ma porta sempre i tacchi)

Colore occhi:
Rossi (ma verdi in vita)

Colore capelli:
Naturalmente castano molto scuro, ma tinti di un acceso color granato

Cenni biografici:

Girasolemma nasce a Tel Aviv (Turchia) da Fraccio e Joyce Bora, un ricco mercante e una casalinga.
Viene battezzata come Hyerasolem in onore della meta che più di tutte ha fruttato la fortuna a suo padre, portando il nome latino per "Gerusalemme".
Cresce nell'agiatezza grazie agli ottimi commerci di Fraccio, sotto le attenzioni di una madre vanitosa e alle volte severa e un padre burbero ma che ci teneva a non farle mancare mai nulla, nella convinzione che lei e sua madre erano le uniche femmine di aspetto attraente del circondario.
Viene istruita dai sei anni nella bambagia di casa sua da un insegnante privato alle strette finanziarie che, nonostante sia irritato a morte da lei,
non può fare nulla perchè le lezioni avvengono praticamente sotto gli occhi di almeno uno dei genitori.
A otto anni le nasce il fratellino minore Jussef, a cui lei affibbia sdegnosamente il soprannome "Moccio" perchè appena nato prende un raffreddore che preoccupa entrambi i genitori ma che a lei non importa più di tanto, e che vede solo come una cosetta rugosa e snervante che gli prende le attenzioni di mamma e papà.
Finisce gli studi elementari a dieci anni, andando infine ad una scuola media pubblica perchè il padre pensa che sia importante che lei impari a negoziare e socializzi anche con altri ragazzini della sua età.
Più grande delle bambine sue coetanee, comincia a bulleggiare i compagnetti (e le compagnette) indiscriminatamente, pretendendo soldi per il pranzo e anche il pranzo, picchiandoli quando ne aveva l'occasione, guadagnandosi il titolo di "Sfrutta-persone". Quando una sua compagnetta ha il coraggio di denunciare le angherie subite ad uno dei suoi insegnanti, Hyerasolem viene sospesa per due mesi e costretta a ripetere l'anno scolastico.
Esce quindi dalle medie solo a quattordici anni, con una media piuttosto buona ma non eccezionale, con una sfilza di sei con qualche oscillazione di sette sofferto in geografia e inglese. Scopre solo allora che il mondo non è una macchia indistinta di colori e le vengono regalati un paio di occhiali che la ripugnano, ma danno un senso al nebuloso panorama di ciò che vede intorno.
Una volta finito, decide di andare all'Istituto Alberghiero, per completare gli studi delle scuole superiori, dove riceve vitto e alloggio dall'Istituto stesso (a patto di un buon pagamento, s'intende). Il suo compagno di stanza, Samantho, diventa durante la permanenza alla scuola superiore il suo migliore amico. Tecnicamente non avrebbero dovuto dividere la stanza, ma l'unica a sapere il suo imbrazzante segreto, ovvero che era un maschietto, è la stessa Hyerasolem. In cambio del segreto mantenuto, l'amico transessuale le insegna a suonare il flauto ottavino nella sicurezza della loro cameretta, abilità in cui Hyerasolem eccelle ma di cui si vergogna nel momento esatto in cui sa tutti i segreti dello strumento.
Mentre eccelle nel suonare l'ottavino, è invece un drago ai fornelli.
L'avrebbero pure passata se non avesse messo a fuoco la cucina.
Samantho, nonostante siano ancora compagni di stanza, la supera senza battere ciglio e finisce le scuole con lode, riuscendo ad aprire il ristorante che ha sempre desiderato e ad avere abbastanza soldi da potersi permettere l'intervento tanto sospirato e divenire finalmente una donna.
Hyerasolem viene invece bocciata tutti gli anni in cui riprova a passare e a diciassette anni rinuncia alle scuole, ritirandosi. Senza titolo di studio, trova solo lavori pessimi o non abbastanza all'altezza delle sue alte aspettetive, che rifiuta sdegnosamente.
Finalmente si converte alle lenti a contatto.
Si fa mantenere dai genitori vivendo la sua vita nell'agio, nell'ozio e nel rispetto di Allah, forma un gruppo giovanile di amiche chiamato "Le Paperelle", di cui fa parte anche l'ormai indaffaratissima Samantho, con cui passa il tempo libero (quasi tutto il tempo) passeggiando con aria spavalda per le vie della città a divertirsi; ristoranti, discoteche e il resto.
Non calcola minimamente il fratellino Jussef, eccellente studente e ragazzo di carattere mite, ma accetta finalmente il primo incarico lavorativo a ventiquattro anni dopo una violenta lite con la seconda migliore amica delle Paperelle, lavoro che la porterà a fare la cameriera lontano da Tal Aviv. I genitori dapprima si oppongono, ma poi accettano ripiegando le loro speranze più che sulla libertina Hyerasolem sul di lei fratellino.
Saluta amici e parenti, fa le valigie e si reca al Gatto Nero, locale dalla cattiva fama situato nella capitale del crimine, New York.
Dandola già per spacciata, i genitori vendono tutti i vestiti che ha dimenticato a casa.
In America Girasolemma trova vergognoso presentarsi come una turca cecata, e allora cambia il suo nome in Girasolemma (?), convinta che sia la giusta traduzione occidentale del suo nome e porta le lenti a contatto rosse, convinta che facciano lo stesso effetto di quelle trasparenti.
Dato che non lo fanno, pensa di essere ormai incurabile, le tiene perchè le piace il colore e si tinge i capelli di rosso per fare pendant con gli occhi.
Tra i tavolini del Gatto Nero incontra Pascale Contessa, un ometto dolce e abbastanza zerbino da innamorarsene. I due, dopo tre mesi di conoscenza si fidanzano e l'anno dopo si sposano, dato che Girasolemma aveva fretta di farsi mantenere e non lavorare più.
Così, a venticinque anni, la famiglia Contessa con tanto di figlia neonata in arrivo, si trasferisce nel Maryland, a Baltimora.
Lì nasce poco dopo la bimba piccola e albina di nome Vampirella (Pascale non ha avuto voce in capitolo) che sarà la loro unica figlia.
Quando la piccola compie un anno, Girasolemma incontra un altro neo-genitore arrivato da poco in città, Friedrich Jankauskas, i cui passeggini si scontrano e con cui litigherà fino allo sfinimento ogni volta che lo vede per tutti gli anni successivi.
Non approva l'amore di Peppi e della figlia Vampirella che crescerà lungo gli anni a partire dal loro fidanzamento di duenni, giusto perchè lui è il figlio del suo acerrimo nemico. Poi ne scorderà anche il nome, scambiandolo per qualche motivo con "Kevin".
Si innamora perdutamente della sua carta di credito e vive una vita stabile e isterica (tutto per cavoli suoi, perchè Pascale è, come già detto, un dolce zerbino) fino ai quindici anni della figlia Vampirella in cui, facendo una passeggiata per tornare a casa (da un night club), lei e sua figlia vengono aggredite di notte da un uomo misterioso.
Lei finisce in ospedale, e l'uomo continua a farle visita altre tre volte entrando dalla finestra, nutrendosi del suo sangue e costringendola a bere il suo.
Girasolemma sprofonda in coma, soffrendo atrocemente, e al suo risveglio scopre di riavere la vista, avere una forza sovrannaturale, un'allergia all'aglio, una pelle eccesivamente facile a sciogliersi al sole e una simpatica sete di sangue. E' divenuta un vampiro.
Ora potrà litigare con Friedrich, anche lui un vampiro, per sempre.

Interessi, specialità e notizie extra:

-Il suo gioco preferito è Mercante in Fiera e si bea dei suoi blandi poteri di lettura della mente per capire le intenzioni del mercante, quando il mercante non lo fa lei beandosi della sua istruzione da commerciante truffaldina.
-I suoi programmi preferiti sono Affari di Famiglia e Uomini e Donne di cui ama la possibilità di urlare parolacce in turco ai tronisti, tanto non ti sentono.
-Come tutti i vampiri, ha una memoria pessima, ma odia i promemoria.
-Non riesce a passare nulla a qualcun altro senza sbatterglielo in faccia. Se deve darti qualcosa, te lo passa così. A tavola tutti sanno che quando le prepara da mangiare devi andare a prendertelo da solo, e spesso per questo è Pascale a dover cucinare. Una volta fu assunta come muratrice, ma venne licenziata in tronco per colpa di un collega che le chiese di passargli un mattone.
-Lei stessa ha regalato il DVD di Hannibal a Vampirella, ma non saprebbe riconoscerlo vedendolo perchè è il DVD di Manhunter, dove Hannibal si chiama Lector e ha un ragguardevole paio di sopracciglia.
-Reduce dall'Alberghiero, ha un disprezzo istintivo per tutti gli chef talentuosi a parte Samantho.
-E' una shoppingomane compulsiva ed egocentrica.

giovedì 15 gennaio 2015

Happy Ending - qualche anticipazione

Noi, Furiarossa, Annarita e Roberta, stiamo attualmente lavorando alacremente al seguito de "Il Viaggio... Dove?!".
Perciò, se vi è piaciuto quel libro (che è gratis, e lo potete scaricare da questo sito, se cercate bene, e se lo leggete vi piacerà di sicuro), aspettate di leggere il prossimo! Sarà più lungo, più bello, ancora più esilarante, ma con una trama complessissima e... senza vampiri. Almeno credo, visto che ci stiamo lavorando.
Però ci saranno altre entità sovrannaturali. Ah, ed un pesce rosso (e questa è una cosa particolarmente importante).
Un indizio: il libro si chiamerà Happy Ending e avrà come protagonisti degli studenti adolescenti, ma non è una storia d'amore ed Happy Ending non si riferisce affatto al finale del libro, hehe...
 Si. Si, è una storia di morte.
Quasi letteralmente, ma per ora non possiamo fornirvi ulteriori indizi.
Sveleremo pian piano qualcosa di più sui suoi splendidi protagonisti.
Oh, ecco uno sketch dei quattro protagonisti: Emily Snake, William Natas, Leone di Narnia ed Elison de Laurentiis.