Friedrich Jankauskas
Nome: Friedrich
Jankauskas (fittizio)
Soprannomi: ---
Sesso: Maschio
Specie: Vampiro
maggiore (nosferatu)
Altezza: 1.78
m
Peso: 70
kg
Capelli: Grigi,
con una striscia bianca nel mezzo. Nero scolorito da giovane.
Occhi: Rossi.
Verdi da vivo.
Storia:
Wiligelm
Jankauskas nasce in Lituania nel 1799, da ambedue genitori di alto
lignaggio e incredibilmente all'antica. Cresce in una grande villa in
mezzo ai boschi, con una levatrice e un istruttore privato, e
contemporanemante ad un chihuahua di nome Perro appartenente alla
madre. Maggiore di altri due fratelli e minore di uno, viene istruito
e seguito con cura e addestrato all'arte dell'equitazione, della
scherma, dell'arte e della composizione (abilità troppo astratte e
poco pragmatiche, che lascerà presto perdere con disprezzo e senza
grande talento), apprende la storia – principalmente la storia del
suo casato – la geografia – principalmente i territori in cui la
loro famiglia si era spostata attraverso i secoli e l'albero
genealogico in modo puntiglioso e maniacale,
Vede
le aspettative dei genitori, che funzionano comunque da “carburante”
solo per i primi anni della sua infanzia e adolescenza; in seguito
ciò che lo spinge a migliorare è un infinito orgoglio e amor
proprio, tanto da arrivare alla superbia, e il sogno segreto di
uccidere il fratello per impadronirsi di quei possedimenti che, lo
sa, dovrebbero appartenere a lui.
Non
è un fanciullo particolarmente bello, ma è versato in molte materie
“virtuose” e sa alla perfezione ogni codice di cavalleria, ed è
quindi destinato a trovare presto una compagna di casta altrettanto
alta.
Si
tratta di Lady Irene, fanciulla di un podere ormai di proprietà di
un lord ungherese poco distante, che aveva avuto sin da quando era
arrivato dei contrasti piuttosto tesi verso la sua famiglia.
Egli
non l'ama, tanto più che è devastato dalla morte del cane Perro
(che era già morto almeno altre due volte e rimpiazzato con altri
cani sempre di nome Perro per non dare un dispiacere al figlio dai
genitori), ma si sforza di legare con la bellissima fanciulla nel
momento in cui vede che il fratello maggiore, già impalmato, se n'è
invaghito.
Wiligelm
avrà anche un figlio da lei, fissato con la discendenza com'è, che
chiamerà Laertes Horatio Jankauskas e che sarà la sua gioia.
La
moglie Irene comincia a comportarsi in modo strano due anni dopo il
loro matrimonio. Per giorni aveva lamentato che, durante le
passeggiate nei giardini con Laertes, aveva scorto una figura scura
aggirarsi tra gli alberi e seguirla dal folto. Dopo un pò, Wiligelm
stesso comincia ad accompagnarla trascurando di tanto in tanto i suoi
obblighi per proteggere consorte e figlio, ma dopo la prima volta in
cui la vede anche lui, l'ombra scura scompare.
Dopo
una settimana la moglie si ammala gravemente di un male sconosciuto,
che la spinge sempre di più sul fondo del baratro: la donna è
pallida e poco reattiva, e sembra aver perso grandi quantità di
sangue in modo inspiegabile. Dopo qualche settimana sembra essere
spirata e vengono chiamati i becchini, ma la moglie a sorpresa si
risveglia, sebbene debole. Da lì farà un miglioramento velocissimo
e tornerà ad essere completamente in forze, persino più bella di
prima; tanto che lui stesso, suo malgrado, se ne innamora
perdutamente e il fratello ne sembra completamente stregato...
Una
notte sente le urla di Laertes, che dorme nella stanza accanto, ed
accorre armato di pistola. Ciò che vede lo fa inorridire: il figlio
ormai moribondo e la consorte chinata su di lui, coperta del suo
sangue. Per quanto ne fosse incantato, la vita di suo figlio in
pericolo lo riscuote e lo fa infuriare.
Fa
fuoco più volte e nonostante sia sicuro di non averla mancata viene
disarmato e quasi ucciso durante una colluttazione corpo a corpo, per
poi svenire.
Al
risveglio Lady Irene si è dileguata, e sia lui che il figlio, gli
spiegano i medici chiamati dai fratelli, sembrano afflitti dal male
misterioso che aveva colpito la moglie: mancanza di sangue,
debolezza, poca reattività, più morti che vivi.
Il
figlio spira qualche giorno dopo nel suo letto, e così Wiligelm,
distrutto dal dolore e dalla prostrazione fisica.
A
trentasette anni si risveglia nella sua tomba come vampiro, e un
istinto interiore gli suggerisce cosa deve fare. Esce dal sepolcro,
trova qualcuno di isolato e lo uccide per nutrirsene, bramoso come un
animale.
Una
volta nutritosi riaffiora il suo primo pensiero cosciente, che va al
figlio Lartes, e torna alla cappella di famiglia per rivederlo. Il
bambino non si è trasformato: il suo piccolo corpo indebolito ha
ricevuto delle trasfusioni da un gruppo sanguigno diverso durante gli
ultimi giorni, ed è stato quello la cagione della sua morte.
Wiligelm
perde la ragione e si affida solo ai suoi impulsi brutali: riposa
tutto il giorno nella sua bara, come morto, poi si risveglia al
crepuscolo e fa strage in città e nelle campagne. Gli capita di
incontrare solo un altro vampiro, un giovanotto, e la sola vista di
un'altra di quelle immonde creature lo spinge a spiccargli la testa
dal collo e bere il sangue di cui si era nutrito quella notte.
Comincia
a vedere il mondo cambiare sotto i suoi occhi senza precisamente
rendersi conto dello scorrere del tempo e questo comcincia a
riscuoterlo. Siamo ormai settant'anni più in là e Wiligelm, ormai
più saggio e navigato e non più un giovane vampiro preda volontaria
dei suoi impulsi, si rende conto che il mondo sta andando avanti
senza di lui, ed è esattamente il contrario di ciò che sognava da
ragazzo.
Abbandona
il cimitero e comincia a viaggiare di notte, tornando al castello
ormai disabitato. Ma un castello senza persone ormai diroccato non è
esattamente un buon punto da dove partire per rientare in società,
così riparte e si allontana dalla città natale.
Non
uccide più per non lasciare tracce troppo evidenti: è già una
fortuna che qualche superstizioso non sia andato a recidere la testa
di tutti i cadaveri del cimitero. Così trova Lucrezia, una vedova a
cui il marito era morto di febbre tifoide: la donna è sola,
spaventata, sottomessa, ormai troppo povera per vivere in solitudine,
e prossima alla morte.
Stringe
un patto con Wiligelm dettato dalla necessità, in cui l'uomo si
occupa di mantenerla, proteggerla e darle una vita dignitosa e lei lo
nutre quando lui ne ha bisogno e si occupa di pulire la casa e dargli
un rifugio sicuro, in quanto abitato di giorno.
Senza
che nessuno dei due lo sapesse Lucrezia era divenuta la sua serva
umana.
Questo
regalò un certo miglioramento alla vita di entrambi e una certa
stabilità... e, dopo tanti lustri, Wiligelm sentiva di doversi
reinserire in società e conversare con altri esseri d'alta nobiltà
e mente.
Così
costringe Lucrezia, ormai a lui completamente sottomessa, a cambiare
nuovamente paese e la donna lo porta dalla sorella maggiore sposata
ad un notaio francese che l'aveva portata con sé a Parigi moltissimi
anni prima.
Lucrezia
chiede ospitalità alla sorella felice di rivederla, sebbene sia lei
che suo marito siano piuttosto intimoriti da quello che la donna
presenta come il proprio compagno e preoccupati dalla figura smunta e
pallida di Lucrezia.
Wiligelm
comincia a costruire lì il proprio piccolo impero, in cui vivrà per
molto tempo negli anni a venire. Il notaio crea per loro, come
gentilezza e intenerito dalla storia a lui rifilata per cui sono
dovuti fuggire senza documenti perseguitati da un altro nobile
malvagio, innamorato di Lucrezia e folle d'invidia verso Wiligelm, i
documenti d'identità e di matrimonio (con un, ehm, piccolo
incoraggiamento ipnotico da parte del vampiro).
Con
il denaro che si è portato via e che ha fregato ai malcapitati di
cui si è nutrito compra casa e ci si trasferisce, arrivando anche a
fregare tramite ipnosi il lavoro ad un proprietario di una ricca
azienda di immobili: lo convince a metterlo nel testamento e lo
ammazza pochi giorni dopo, mettendo così nei guai il figlio
dell'uomo che viene arrestato al posto suo per l'omicidio del padre.
Continua
così per molto tempo; si fa la fama di un uomo serio e rispettabile,
un nobile “d'altri tempi”, mentre Lucrezia diventa sempre più
timida e riservata, consumata dalla paura di avere a che fare
continuamente con un grosso vampiro e, più tardi che, qualcuno possa
fare del male al suo padrone scoprendone la vera natura, il quale
capisce con sua immensa gioia che i suoi poteri stanno nel frattempo
crescendo e che adesso è in grado di richiamare il suo famiglio...
il chihuahua.
Irretito
e goloso per la scoperta fatta, richiama a sé i chihuahua dei
passanti con la forza del pensiero e cerca di comprarglieli, senza
mai sbilanciarsi comunque nel suo atteggiamento rigido e un po'
distaccato da “se me lo dai guarda che il favore lo stai facendo a
te stesso che ti pago bene, non è che a me freghi niente di
niente...”.
Quando
il suo “impero” è ormai stabile e tutti gli omicidi che compie
(ormai più per arte venatoria o vendetta che per fame vera e
propria), torna ad ossessionarlo l'idea di un erede, ormai non più
fattibile vista la sua natura di non-morto.
Così
prova a vampirizzare un giovanotto di nome Marc Ouiseau, figlio
sedicenne del proprietario di un modesto negozietto di ferramenta.
Visto il suo carattere grintoso ma il tenore piuttosto povero a cui
il ragazzo era abituato, dopo un periodo di profonda confusione e
istinitività si ritrova ad amare la propria posizione e conquista in
modo del tutto non dignitoso ragazze, potere, soldi e proprietà.
Inorridito,
Wiligelm si accorge che il legame con questa creatura non può fare
altro che danneggiarlo, visto che si sta esponendo più di un quadro,
e aiutato da Lucrezia che è l'unica che può uscire alla luce del
sole, lo fa polverizzare.
Sconsolato
rinuncia dopo almeno altri due tentativi “non consoni” o con i
risultati “sbagliati” di avere un erede. Almeno momentaneamente.
Non è dotato di enorme istinto paterno (che si è esaurito con
Laertes), ma è ormai la mera speranza di una propria continuazione,
di un essere creato a propria immagine, di un Wiligelm Junior.
Comincia
a tramare proposti di vendetta verso Lady Irene, ma si trova in una
situazione troppo stabile e comoda per rischiare andandola a cercare,
anche perchè non è sicuro che – poveri cari! – i suoi
chihuahua abbaianti reggerebbero chissà quale viaggio.
Considerato
ormai un potente locale, sorgono anche le ovvie invidie e le dicerie:
“esce solo di notte” “ha un orrendo gusto nel vestire” “non
è un vero uomo, guarda che cani piccoli e femminili che ha” “tiene
sempre la moglie segregata, è un bruto”. Ecco, caccia per
vendetta.
Tuttavia
saranno i suoi “hater” a vendicarsi infine di lui, trovandone
l'occasione inconfutabile (e quella buona, perchè tutti i tentativi
precedenti erano falliti e gli architetti del male, eh eh
furbacchioni, se li era belli prosciugati) in un killer che aveva
inquietato Parigi con una serie di brutali omicidi, poi interrotti
bruscamente per motivi misteriosi.
Fu
denunciato, e il suo essere avvistato sempre fuori di notte durante
tutti gli omicidi senza alibi valido non perorò certamente la sua
causa. Corrompe il giudice, e viene legalmente assolto, ma gli
uomini, che trovano più facilmente un motivo per odiare che non per
credere, hanno esponenti che cercano di ammazzarlo a casa sua mentre
dorme nella propria bara.
Uccide
i suoi due assalitori con un coltello piantato in fronte che bloccava
quasi completamente il filo logico dei suoi pensieri, ma una volta
estratto capisce che ne sarebbero arrivati altri, se non ora in
futuro, perchè coloro che una volta lo rispettavano e temevano, ora
erano arrivati ad essere spaventati da
lui: si cerca sempre di eliminare ciò che ci fa paura.
E poi, i corpi che ora erano a terra erano una prova troppo lampante:
anche se non li avessero trovati, tutti probabilmente sapevano che
erano andati a casa sua, e se non fossero tornati dopo ciò che era
successo... Nasconde comunque i corpi, sotterrandoli nel giardino del
notaio.
Non appena rifocillatosi e guarito del sangue di Lucrezia, si accorge
di aver fatto un altro errore: la serva umana, spavenatata ma fedele,
aveva provato a difendere il padrone inerme ed era stata ferita
perdendo molto sangue. È pallida ed indebolita da far pietà, e non
è in grado di sostenere un'emergenza.
Porta con se tutto il denaro che ha a disposizione, i suoi chihuahua
e delle valigie leggere con alcuni degli effetti personali di
Lucrezia e qualche proprio abito con i documenti. Prende la serva
umana e la nasconde nel bosco, dove avviene la sua lenta guarigione
mentre lui le procura di notte il cibo di cui aveva bisogno prendendo
il cibo nei negozi o negli orti e lasciando generose ricompense, non
tanto per bontà, quanto perchè a rubare e basta si sarebbe sentito
molto inferiore rispetto alla propria effettiva grandiosità ed
eleganza.
Gli sono dedicati un paio di articoletti sul “Compratore Notturno”
che si prendeva ciò di cui aveva bisogno senza dir nulla a nessuno.
La cosa era buffa e, sebbene fuori dalle regole, nessuno la prese
come una vera minaccia e indagò troppo a fondo perchè durò troppo
poco.
Una volta che Lucrezia si è ripresa abbastanza per continuare a
viaggiare, Wiligelm decide che è troppo tardi. Se magari l'attacco
di adesso non era andato a buon fine, ne sarebbero arrivati altri a
provare ad ucciderlo durante il giorno, mentre era inerme, e per
quanto fedele Lucrezia non è certamente in grado di difenderlo
adeguatamente. Il suo potere si è incrinato e distrutto, e lui non
ne capisce il perchè.
Provò a stanziarsi in altri paesi dell'Europa, il vecchio
continente, il più tradizionalista, il più bello.
Ma niente era più come lo ricordava. Si trasforma in nebbia, in
pipistrello, in chihuahua, vagamente cosciente che come vampiro è
molto più resistente della debole serva umana che è costretta a
sforzi terribili per stargli dietro ed è sempre stanca e debilitata.
Va in altri paesi della Francia, ma la sua fuga sembra averlo reso
colpevole ed è stato emesso un bando di cattura per lui,
costringendolo ad andarsene per sempre. Torna in Lituania, ma così
cambiata non ha per lui alcun fascino. Va in Italia, e lì trova
qualcosa.
Durante una visita a Roma di un piccolo gruppo di bambinelli usciti
da pochissimo dall'orfanotrofio intravede un bambino minuscolo in
braccio ad una delle responsabili. Ha i capelli scuri e ricci, come
Lady Irene. O meglio, come Laertes.
Capisce
in quel momento cos'è che ha sbagliato in tutti quei tentativi di
avere un'erede dopo il suo vero figlio: erano altri, cresciuti in
modo diverso da lui, che non erano cosiderabili suoi
figli o eredi perchè di lui non avevano che la maledizione. Ma, se
avesse cresciuto un bambino così piccolo, tutto sarebbe cambiato...
Detto fatto, Giuseppe Zare, tramite l'uso scandaloso dell'ipnosi,
diventa Peppi Jankauskas, figlio di Friedrich Jankauskas e sua moglie
Lucrezia.
Il viaggio riprende comunque: neanche l'Italia va più bene.
Il novello “Friedrich” si dispera e cerca di spiegare la morte al
bambino di sei mesi, in quanto giocando con l'ennesimo cane Perro
(Perro XVI, circa) l'ha buttato dal balcone.
Il bambino non capisce nulla e Friedrich si ripromette di
spiegarglielo meglio quando sarà più grande... Richiama a sé tutti
i chihuahua della Spagna e riparte verso quella che sarà la sua meta
finale: la Grande, promettente, America, dove tutti i coloni in cerca
di casa si rifugiavano.
Sceglie Baltimora, la capitale del Maryland, per la sua enorme
biblioteca che gli sembra dia lustro alla sua casata (di cui
nonostante tutto, si sente ancora esponente incredibile).
Lì si stabilisce con Lucrezia e il piccolo Peppi, incontrando anche
Girasolemma Contessa, insopportabile moglie di Pascale Contessa e la
loro figlia piccola Vampirella.
Cresce il figlio con severità ma cercando di insegnarli tutto il
possibile e dargli sempre il meglio: con sua gioia il piccolo cresce
alto e forte, ma con suo sommo dispiacere si invaghisce dell'oca
giuliva figlia dei coniugi Contessa.
Non ha altra scelta: per evitare che suo figlio finisca con quella
stupida, è meglio eliminarla; lei e già che ci siamo sua madre, che
è orrenda, maligna, cattiva, assassina. Raggiunge questa
consapevolezza quando ormai entrambi i ragazzi sono adolescenti, e
attacca madre e figlia in un vicolo di notte.
Tutto sembra filare
liscio: tutt'e due sono già state colpite, sta finendo la madre per
prima, quando... lo raggiunge un alto uggiolio e si precipita in
strada. Il cane Perro XIV, affezionato e scodinzolante, l'ha seguito
in strada ed è stato preso in pieno da un automobilista.
Friedrich le molla lì dove sono, pensando che, tanto, probabilmente
sono già spacciate. Il cane Perro muove ancora una zampetta, quindi
forse c'è ancora speranza per lui. C'è: ormai non mette più il
nasino fuori di casa ed è mezzo zoppo, però è ancora vivo.
Scioccato, scopre anche che in sua assenza Girasolemma è diventata
un vampiro e di lui non ricorda nulla, cosa che lo insospettisce,
perchè non gli è mai bastato un morso per trasformare chicchessia,
sennò a quest'ora Lucrezia era cento vampiri.
Fattò sta che, ora che Girasolemma è un vampiro, è immortale. E
potranno odiarsi per sempre.
Curiosità:
-Wiligelm
non sa cucinare, e se gli chiedete di cucire o spolverare il massimo
che potrà farvi è una matassa di lana tutta rotolata nella polvere.
Insomma, con i lavoretti casalinghi, fa schifo.
-Il
suo colore preferito è il grigio ferro e il suo animale preferito il
chihuahua, le sue trasmissioni televisive preferite sono tutte
storiche perchè il presente gli fa un po' ribrezzo e quindi è
sempre immusonito.
-Ha
imparato malissimo ad utilizzare qualsivoglia attrezzo elettrico, e
questa non è tutta colpa sua perchè, come tutti i morti tornati in
vita, ha una memoria abbastanza schifosa.
-Può
si trasformarsi in pipistrello, ma è un pipistrello grigio con una
striscia bianca come le moffette sul corpo e che somiglia ad un
chihuahua.